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L’ISIA di Faenza inaugura il nuovo anno accademico con Luigi Bandini Buti
Design for All Italia promuove una progettazione per l’individuo reale, inclusiva ed olistica, che valorizza le specificità di ognuno, coinvolgendo la diversità umana nel processo progettuale.
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L’ISIA di Faenza inaugura il nuovo anno accademico con Luigi Bandini Buti

Giovedì 21 Gennaio 2016 alle ore 18.00 l’ISIA di Faenza inaugura il nuovo anno accademico con la lectio magistralis del nostro socio onorario Luigi Bandini Buti.

Mentre gli ISIA continuano il loro processo evolutivo confrontandosi con un mercato della formazione del design profondamente mutato dal tempo della loro costituzione sperimentale anche la didattica si adegua alle esigenze sociali avvicinandosi sempre più ai temi del design etico e inclusivo invitando a Faenza uno dei massimi esperti in ergonomia e design far all. L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza che inaugura come di consueto il nuovo anno accademico introdotto da Anty Pansera, Presidente ISIA Faenza e da Roberto Ossani, Direttore ISIA Faenza ospita quest’anno l’Architetto e designer Luigi Bandini Buti con la conferenza La diversità è una risorsa.

La conferenza di Bandini Buti si è aperta con le domande: Quale sarà il futuro del design e del progetto architettonico? Sarà nell’utilità o piuttosto nello stupore? O non sarà per caso nell’utile stupore? Da queste domande cominciata la dissertazione di Bandini Buti incentrata sulle risorse della diversità umana e sulle possibilità economiche oltre che etiche dell’applicazione di metodologie progettuali design for all centrate sull’inclusività sociale. “Il Design for All nasce – spiega – dalle esigenze delle fasce deboli ma si afferma come mezzo per il progetto per tutti: non per i disabili, ma anche per i disabili. Non è quindi uno dei tanti modi per ospedalizzare il mondo, ma è una disciplina che cerca di renderlo più utile e più bello per tutti.” “Se non è bello non è design for All” sostiene Bandini Buti citando Avril Accolla “la diversità è una risorsità”, continua “perché è finito il tempo in cui l’esigenza prima della produzione era la standardizzazione più o meno spinta e la diversità doveva essere negata in favore dell’omologazione. Oggi si dà per scontato che l’oggetto funzioni, ma si vuole anche che l’oggetto sia gradevole e sia adeguato ai bisogni, alle esigenze e alle capacità di chi dovrà, potrà, vorrà usarlo. Il Design for All si propone quindi come una disciplina in grado di fornire mezzi e metodi adatti a rispondere all’innovazione, alle esigenze dei tutti e di essere al contempo profondamente etica. In questo è la sua attualità”.

Per attuare queste pratiche virtuose occorre, oltre ad una visione più ampia e olistica delle pratiche progettuali, la complicità dei prescrittori e degli investitori. Oggi sostiene Bandini Buti oltre insegnare le metodologie design for all nelle scuole di progetteazione bisognerebbe portarle alla conoscenza degli studenti di economia e management della Bocconi per poter attuare un vero e proprio progresso sociale.