Inserire l’accessibilità (in senso esteso), con l’approccio al Design for All e Human Centered Design nei nuovi progetti, è certamente più semplice ed economico che adattare, modificare o ristrutturare l’esistente. Riprogettare è una sfida che richiede scambio, negoziazione e pianificazione.
Le competenze acquisite e fornite dall’Associazione sono utili per l’analisi dei bisogni a più livelli, nonché per l’elaborazione di requisiti e soluzioni rispondenti ai bisogni emersi durante le sessioni di lavoro con gli utenti finali e gli stakeholder individuati insieme alla committenza.
Questo servizio offerto dall’Associazione è rivolto, in particolare, a:
Ogni progetto Design for All si è sviluppato iniziando da una sfida, bisogni emersi o sommersi, ambizioni, desideri concreti. Il “modello a cascata” è un modo utile per descrivere questo tipo di processo.
Come si evince dal modello, tutti i soggetti interessati (gli esperti così come gli utenti finali e gli stakeholder) devono essere coinvolti in tutte le fasi del processo di progettazione, iniziando con l’analisi e la traduzione (scoprendo i bisogni degli utenti, generando idee, identificando opportunità e richieste, etc.) fino alla fase di sviluppo e creazione (definendo concetti, sviluppando soluzioni, etc.). Tale coinvolgimento non considera gli utenti solo come attori passivi per convalidare il progetto, ma li incoraggia ad apportare la propria esperienza, competenza e creatività.
La metodologia di analisi dei macro-bisogni e dei bisogni dell’utenza individuata, si riassume in dati qualitativi e quantitativi raccolti sull’esperienza e le osservazioni, e si conclude con una valutazione finale di essi per offrire nuove possibili traiettorie progettuali per lo sviluppo di un progetto inclusivo e accessibile.
Il processo di ricerca mira sul coinvolgimento di particolari utenze fragili (e non) che possono garantire una maggior eterogeneità dei bisogni al fine di poter facilitare l’utilizzo e la fruizione da parte di un maggior numero di utenti con esigenze diverse.
Al fine di ottenere dei risultati significativi da parte dell’utenza coinvolta, vengono progettati e realizzati appositi strumenti complementari (da immagini fino ad oggetti fisici, simulatori, mockup, ecc.) per poter fare emergere i bisogni (anche sommersi) e le interazione attraverso attività ed esercitazioni.
Lo studio che si effettua per la realizzazione degli strumenti operativi si basa sulla sintesi formale perché evocativa e funzionale per il progetto in analisi. L’essenzialità degli elementi, apparentemente semplice, è necessaria per mantenere l’attenzione il più possibile focalizzata sull’interazione e sulla raccolta dei bisogni.
Grazie all’analisi dei macro-bisogno e dei bisogni, e conseguentemente alla raccolta dei dati significativi, è possibile stabilire i requisiti necessari al progetto perché risponda alle esigenza di un’utenza ampliata. In questo senso, i requisiti del sistema (sia un prodotto, uno spazio costruito, un servizio) sono da intendersi come i confini e, al tempo stesso, le opportunità del progetto.
A seguito di questa fase, è possibile formulare uno o più ipotesi di per percorsi che si trasformano in concept meta-progettuali da sottoporre all’utenza interessata e alla committente per avviare un processo di co-progettazione. Se richiesto, l’Associazione si rende disponibile, grazie a progettisti specializzati, alla formulazione di progetti più dettagliati anche per futuri prototipi.
I concept elaborati possono essere comparati (benchmarking) ad altri progetti simili e scelti di comune accordo con la committenza. L’analisi e la comparazione si basano sulla scelta dei principali e più rilevanti bisogni
emersi e sulle caratteristiche definite dominanti per misurare nel dettaglio i vantaggi competitivi. Questo tipo di attività genera risultati interessanti dal punto di vista delle massime potenzialità rispetto ai competitor, seppur in modo teorico (perché antecedenti all’attuazione dei concept).
In caso di sviluppo di prototipi o strumenti adatti ad effettuare dei test con gli utenti coinvolti, è possibile analizzare le risposte e i feedback raccolti per poter apportare le ultime modifiche prima del progetto definitivo. In questo modo, è possibile ancor più evitare errori di valutazione e migliorare il risultato del progetto grazie a questo ultimo momento di co-design.
Le aziende, le società, gli studi di progettazione sono sempre più viste come veri e propri attori, non solo nell’ambito economico ma anche in quello sociale, e si interfacciano sempre più con consumatori e utenti informati che, prima di effettuare i propri acquisti o di accedere a un servizio, si interessano riguardo l’origine e le sue caratteristiche e considerano sempre più importante la reputazione delle aziende. Render noto il processo di progettazione Design for All e Human Centered Design per rendere i propri prodotti e servizi inclusivi, aumenta la brand reputation e la capacità competitiva dell’azienda.